lunedì 25 gennaio 2010

Dagli Appennini alle Ande

Periscopio socialista 

Una specie di destino comune lega l'Italia al Cile. Il neo-presidente Piñera è un imprenditore miliardario , proprietario di una televisione e titolare d'interessi un po' dovunque, dall'edilizia alle farmacie. A noi italiani sembra una storia già vista.

di Felice Besostri 

Una specie di destino lega l'Italia al Cile. L'Italia è stato uno dei paesi più accoglienti degli esuli cileni, ma soprattutto uno dei paesi in cui sono stati più liberi: nella allora Repubblica Democratica Tedesca le condizioni materiali erano, forse, superiori, ma icontrolli della Stasi altrettanto penetranti.

    Le vicende cilene hanno dato spunto ad una riflessione generale,quale quella di Berlinguer,che non bastava, per governare, avere la maggioranza: da qui la necessità di un consenso più vasto, il compromesso storico in altre parole. Forse altre erano le lezioni da trarre, quale le difficoltà di una trasformazione sociale profonda con metodi democratici in un contesto internazionale ostile.

    La riflessione ha investito anche i politici cileni, che quando sono ritornati in Cile hanno rielaborato  quanto appreso nell'esilio. La lotta armata non era più un'opzione, l'adesione alla democrazia ed ai valori di libertà, invece, incondizionato. Riconquistata la libertà i cileni, che pure avevano il sistema politico più europeo di qualsivoglia altro paese latino-americano, hanno preceduto l'Italia con la formazione, per iniziativa di un alto esponente socialista come Ricardo Lagos, di un Partito Per la    Democrazia, per ideologia e programmi un antesignano del nostro Partito Democratico, fondato con poco meno di 20 anni d'anticipo. A causa del sistema elettorale i partiti sono costretti a presentare candidati concordati. In Cile si voleva fare di necessità virtù e trasformare Convergencia in un partito, che superasse PSCh, PPD e PDC. Da questo nasce la decisione di candidare alle presidenziali un democristiano dopo la socialista Bachelet e per di più un democristiano DOC, come Eduardo Frey, figlio di un presidente  con lo stesso nome(1964-1970) e già presidente a sua volta (1994-20009.  La scelta non è stata indolore a sinistra, specialmente nel Partito Socialista Cileno, dal cui seno sono usciti due candidati, che si sono presentati al primo turno: Marcos Enriquez Ominami (20,14%) e Jorge Arrate Mac Niven (6,21%). Frey al primo turno del 13 dicembre 2009 raccolse appena il 29,60%, poco più di 3 punti percentuali della somma dei due candidati socialisti. Per un confronto: il candidato della destra Sebastian Piñera uscì dal primo turno con il 44,06% ed un bottino di 3.074.164 voti. La partecipazione elettorale è stata altissima, 87,68%, benché il voto, per una riforma della Bachelet, non fosse più obbligatorio.

    Al secondo turno del 17 gennaio 2010 Piñera ha vinto con il 51,6% diventando il primo Presidente cileno di destra  eletto dal 1958, rompendo un ventennale predominio della Concertazione..

    Almeno emblematicamente la fine di un'epoca! Una rivincita postuma di Pinochet? Per fortuna no, perché Piñera non ha un passato politico pinochetista, pur avendo come alleati i nostalgici della dittatura del generale golpista. Se si analizzano i dati elettorali più che una vittoria della destra si è trattato di una sconfitta del centro-sinistra, determinata da una scelta sbagliata del candidato.: si parva licet componere magnis un Rutelli candidato sindaco di Roma.

    Piñera è stato eletto  con 3.582.800 voti, pari al 51,60%, un guadagno di poco più di mezzo milione di voti. Frey   con 3.359.801 voti e il 48,32% arriva secondo, cioè ultimo. La debolezza della candidatura Frey risulta dal fatto che al secondo turno non raccoglie nemmeno la somma dei suoi voti e di quelli di Enriquez Ominami, che lo aveva ufficialmente appoggiato e che aveva raccolto più di un milione e quattrocentomila voti. Per battere Piñera doveva esserci il riporto dei voti di Jorge Arrate, partito come socialista allendista ed arrivato alla candidatura come comunista del PCCh, un partito che è un pallido ricordo del Partito Comunista di Corvalan.

    Il neo-presidente è un imprenditore miliardario , proprietario di una televisione ed interessi un po' dovunque dall'edilizia alle farmacie. A noi italiani sembra una storia già vista, ma non lasciamo ingannare: Piñera è più giovane essendo nato nel 1949!

    Per consolarci possiamo cantare El pueblo unido jamas serà vencido su sfondo musicale degli Inti Illimani, 

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