giovedì 25 giugno 2009

PAROLE IN LIBERTA'

Ha ragione Rutelli di temere che il PD, dopo tanti sforzi per dipingersi liberalizzatore e privatizzatore e gradito Oltretevere, rischi ora di essere percepito come una formazione di sinistra. Sarebbe il colmo, dopo essere stata una ben sinistra formazione.

di Felice Besostri

Rutelli - Per scongiurare la costituzione di un gruppo unico del PD e dei partiti del PSE nel Parlamento Europeo, paventa che in pochi mesi i pieddini sarebbero chiamati "socialdemocratici".

    Stia tranquillo! Il PDS prima e i DS hanno fatto parte di un Gruppo Socialista del Parlamento Europeo per oltre un decennio, essendo anche membri del PSE e con un Vice-presidente dell’Internazionale Socialista: nessuno li ha mai chiamati "socialdemocratici", né, purtroppo per le sorti della sinistra italiana, lo sono mai diventati.

    Le magliette rosse socialiste, come valichi le Alpi di ritorno nel Belpaese, si stingono subito. Quel che è socialista al di là, non lo è al di qua.

    Ha invece ragione Rutelli di temere che il PD, dopo tanti sforzi per dipingersi liberalizzatore e privatizzatore e gradito Oltretevere, rischi di essere percepito come una formazione politica di sinistra. Sarebbe il colmo, dopo essere stata una ben sinistra formazione.

D’Alema -  Il nostro ex tante cose è oggi l’unico personaggio politico non ambientalista, ma "sempreverde".
    L’Annunziata pensa, quando si esprime confidenzialmente con i lettori del più diffuso quotidiano nazionale, che al nostro si adatti il motto belushiano "Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare".

    Forse interesserebbe sapere se questi che cominciano il gioco quando comincia ad assomigliargli, se, insomma, questi "duri" alla fine vincono o perdono.

    La costituzione dei DS, la Bicamerale ed i governi post-prodiani vengono ricordati come giochi duri, ma finiti male.

    Gli italiani si dividono in quattro categorie: 1) Chi si aspetta di tutto, 2) Chi non si aspetta più niente, 3) Chi aspetta Godot (una piccola frazione) e 4) Chi aspetta D’Alema (sempre e comunque, a prescindere, sperando in un suo intervento risolutivo). 

    "Aspetta e spera che arriva la bufera", cantava Renato Rascel. "Rosso di sera, bel tempo si spera" è un detto popolare: dovrebbe aprire i programmi di RED TV. "Chi vive sperando muore cantando". Va bene, anche il canto va bene. Purché non sia il canto del cigno. 

    Insomma, parafrasando e rovesciando un celebre passo biblico, basta che il detto "Muoia Sansone, con tutti i filistei" non porti alla morte politica del "lider Massimo" o alla morte di tutti i sinceri democratici, inclusi noialtri che filistei non siamo.

    Una cosa è certa.
    D’Alema ha detto che se arrivasse una "scossa" l’opposizione dovrebbe prepararsi ad assumere responsabilità, perché (sottinteso) ora non lo è.

    Quindi possiamo escludere che l’opposizione sia l'iniziatrice del cosiddetto "piani eversivo" contro l'attuale Presidente del Consiglio (eletto) (dal Parlamento).

    Basta intendersi.
    Pensando all’Iran, chi è l'eversivo? Chi chiede le dimissioni del Presidente eletto? O chi ha organizzato nel modo in cui ha organizzato la propria rielezione?

D’Amato - Dopo di che c'è uno strano caso, che preoccupa gli addetti ai lavori: il perdurante silenzio del Dr. D'Amato.

    Sullo strano caso del Dr. D'Amato la pubblica opinione, ormai indifferente a tutto, dagli avvocati inglesi alle ex minorenni campane, resta, invece, indifferente...

    Eppure sarebbe così necessario che la Repubblica potesse contare su una riserva così eccellente.
    Nota disambigua: Lo Strano caso del Dr. D'Amato rinvia, ovviamente, al sen. prof. Amato Giuliano che, per i suoi stretti legami con l'on. D'Alema Massimo nella Fondazione Italianieuropei (come Cip e Ciop o i Dupont di TinTin), ha ormai assunto anche lui la "D" apostrofica.  

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