lunedì 5 settembre 2011

Impronunciabile socialismo

In Italia, paese dell'ostracismo permanente verso i socialisti, c'è gente "di sinistra" che in nome dell'antisocialismo preferisce Rosi Bindi a Susanna Camusso. De gustibus.

di Giuseppe Giudice

Non c'è dubbio che gli atteggiamenti di coloro che pretendono di considerarsi socialisti stando nel PDL nonché gli ectoplasmatici come Nencini, finiscono per alimentare certe campagne denigratorie. Ma certo questo non basta a spiegare gli atteggiamenti che negano di fatto alla tradizione socialista il suo naturale diritto di cittadinanza nella sinistra italiana (e questa negazione è certo una delle cause della rovina della sinistra stessa).

    Iniziamo con il dire che nel centro-destra non ci sono solo i Cicchitto, Brunetta, Sacconi, quali ex rappresentanti della sinistra che hanno saltato il fosso. Quanti di loro provengono dalla più generale area comunista? Tiziana Maiolo (ex Manifesto), Sandro Bondi (ex PCI), Gaetano Pecorella (ex Rifondazione), Giuliano Ferrara (ex PCI, ma anche ex PSI), ecc.

    Perché allora prendersela con i socialisti? Ci sono tanti importanti esponenti del Psi che sono rimasti a sinistra (sia pur in una pessima sinistra): Spini, Ruffolo, Aniasi, Vittorelli, Arfè, Amato, Formica, Signorile, nonché i due ultimi segretari della CGIL: Guglielmo Epifani e Susanna Camusso.

    Fatto è che la Seconda Repubblica, per rifare una verginità ai democristiani confluiti nella Margherita, doveva addossare a Craxi ed ai socialisti tutto il peso delle degenerazioni della Prima Repubblica. Ora, che Craxi avesse le sue responsabilità e le sue colpe, così come il gruppo dirigente socialista, è fuor di dubbio. Ma che queste responsabilità coinvolgessero largamente il gruppo dirigente della DC da Forlani a De Mita a Prodi è fuor di dubbio. Così come il consociativismo (che è durato per tutti gli anni 80) coinvolgeva anche il PCI.

    Considerando che la Seconda Repubblica si è rivelata ben peggiore della peggior Prima Repubblica, bisogna di far sì che la tradizione del socialismo italiano (quella migliore) ritorni pienamente ad essere parte integrante e fondante della sinistra di domani.

    Per fare questo occorre però combattere una seria battaglia politica e culturale, all'interno del centrosinistra, verso coloro che hanno sempre opposto una resistenza, sia pur surrettizia, alla piena rivalutazione della tradizione e della cultura socialista.

   Gli ex Psi che hanno fatto una scelta di destra si commentano da soli. Ma non possono essere presi a pretesto per impedire alla sinistra di guarire dai suoi antichi mali.

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