martedì 30 marzo 2010

VITTORIA DELLA SINISTRA E/O SCONFITTA DELLA DESTRA

Periscopio socialista 

di Felice Besostri 

Al secondo turno delle regionali la sinistra francese ha realizzato il suo miglior risultato dopo le legislative del 1981. naturalmente in termini percentuali, cioè 54,1% contro il 35,4% della destra e il 9,4% del Fronte Nazionale. Nel 1981 la maggioranza presidenziale mitterrandiana raccolse il 54,42% al I° e il 56,75% al II° turno, ma proprio quelle elezioni mostrano il grande inganno delle percentuali, perché il 54,42% del primo turno corrispondeva a 13.680.912 elettori di sinistra, mentre dietro il 56,75% c'erano 3 milioni, circa, di elettori in meno. Nel celebrare la vittoria della Gauche alle regionali non si può dimenticare che al primo turno le astensioni sono state superiori al 50% e al secondo sono state il 48,9%.. Nelle regioni metropolitane il totale dei voti della sinistra è stato pari a 10.927.265, cioè poco più dei voti raccolti al secondo turno del 1981: 10.598.985.

    Pare evidente che la sinistra abbia raccolto i suoi voti anche in termini assoluti, quindi l'astensione è stata massicciamente di destra, segno di disaffezione per Sarkozy e il suo partito, che ha perso voti a favore di Le Pen. La vittoria della sinistra è quindi fragile per potersi tradurre automaticamente in una promessa di vittoria per le prossime presidenziali e legislative.

    Rispetto al 1981 la Gauche è profondamente mutata, allora era composta da un 37,52% di socialisti e da un 16,17% di comunisti: il PCF alle ultime legislative del 2007 è rimasto al 4,29%, superato in voti da formazioni alla sua sinistra con un complessivo 6,14% al primo turno. In termini di seggi il PCF resta la formazione più forte a sinistra del PS, grazie al sistema maggioritario con ballottaggio.

    Nel 1981 i Verdi erano assenti, mentre nelle elezioni europee del 2009 hanno quasi eguagliato i socialisti. Nella nuova Gauche plurielle la sinistra antagonista, riunita nel NPA (Nuovo Partito Anticapitalista) ha un peso maggiore , ma bilanciata dalla forza dei Verdi di Europe Ecologie, una formazione tendente al centro da quando la leadership  è stata assunta, anche a livello europeo da Daniel Cohn-Bendit.  La sinistra ha conquistato 21 regioni ( se trova un accordo con gli autonomisti corsi) su 22, ma con formazioni variabili, con il PS come punto fisso ad eccezione della Languedoc-Roussillon, vinta da una lista di dissidenti socialisti, guidata dal sindaco di Montpellier, George Frêche, sicuramente un personaggio poliedrico  e politicamente originale, dalle origini marxiste-leniniste- maoiste fino all'approdo nella SFIO, formazione socialdemocratica con infiltrazioni trotzkiste. L'accordo non si è realizzato ovunque: in Bretagna sono rimasti fuori i Verdi e nel Limousin  il Fronte di Sinistra-NPA. Nelle elezioni legislative il comun denominatore dell'antisarkozismo non sarà sufficiente a presentare un credibile programma di governo.

    Tuttavia il sistema politico francese è costruito intorno all'elezione del Presidente della Repubblica, la cui elezione precede le politiche e le influenza decisamente. Il problema è quello di una candidatura unitaria: quasi una quadratura del cerchio, se si pensa alle passate esperienze. Una qualche lezione per l'Italia? In senso molto generale: l'alleanza tra socialisti, ecologisti e comunisti richiama Sinistra e Libertà delle europee, ma la situazione italiana è caratterizzata dalla drammatica assenza, come forza coagulante, di un partito socialista, che funga anche da raccordo con il socialismo europeo. Né la funzione può essere assolta da un PD, che a priori rifiuta un'alleanza con la sinistra antagonista. Nella sinistra francese c'è un'articolazione maggiore di quella italiana: alleati tradizionali del PS sono i Radicali di Sinistra e il Movimento Repubblicano e Cittadino, sempre presenti nell'alleanza di sinistra, mentre il PCF a volte era presente in quanto tale o come Fronte della Sinistra. In compenso la sinistra italiana è meno capace di trovare momenti unitari, basta pensare ai rapporti tra Sinistra Ecologia Libertà e il PSI da un lato e con Rifondazione Comunista e la Federazione della sinistra dall'altro.   

    Le regioni in Francia sono organi amministrativi senza le competenze normative delle regioni italiane, che dopo la riforma del titolo V della Parte Seconda della Costituzione sono soggetti quasi federali. Le regioni in Italia incidono sull'indirizzo politico complessivo dello Stato e quindi la posta in gioco il 28/29 marzo la posta in gioco è molto superiore di quella vinta in Francia dalla sinistra.        
Spigolature
Una nuova
primavera
di Renzo Balmelli 
RISVEGLIO. Ormai è chiaro che il prossimo passaggio alle urne costituirà una scelta di campo di gran lunga superiore a una normale consultazione amministrativa. Ne è prova evidente l’assordante nervosismo che affligge la maggioranza, spaventata dal contagio della sindrome francese. Abbandonato ogni pudore, il premier prova di nuovo a gabellare gli elettori mettendo sul piatto il disco rotto del partito dell’amore, un logoro copione già visto molte volte. Da vero sultano insofferente alle regole invade le tv, se ne fa un baffo della par condicio, e un giorno si, l'altro pure inventa assurdi teoremi sul pericolo rosso ed i magistrati complottisti. A furia di sparare balle anche la piazza diventa tarocca e l’indecente battaglia delle cifre con la Questura è la spia della deriva verso cui scivola il Pdl. Da una settimana pero’ è primavera. Dopo il tracollo della destra a Parigi e Washington c’è in giro un’aria nuova che molti sperano di incrociare anche in Italia. Al di la degli imbrogli mediatici, il berlusconismo coincide con un periodo nel quale non è accaduto nulla di buono e nessuna promessa ha finito col concretizzarsi. Vedremo a giorni se anche a Roma suonerà l’ora del risveglio.

INGERENZA. Alla CEI non si puo’ negare la facoltà di difendere valori da essa considerati irrinunciabili. Ma con le elezioni alle porte, la discesa in campo della Conferenza episcopale ha finito col sollevare piu' di un dubbio sul suo carattere eminentemente pastorale. Data l'enfasi posta nell'appello elettorale contro l'aborto poi sfociato nell'invito ai cattolici di esprimere preferenze solo in favore dei candidati di provata fede, era fatale che si insinuasse il tarlo del sospetto. Del resto non è un mistero che in Vaticano abbiano vissuto malissimo il pasticcio delle liste che puo’ far vincere Emma Bonino nel cuore della Cristianità. Al netto delle intenzioni pareva di rivivere il clima delle indebite ingerenze nelle cose italiane di stampo pre-conciliare. Per certi versi l'intervento di Angelo Bagnasco ha riportato alla memoria la scena memorabile del film in cui il parroco, fingendo di non dare consigli, in realtà esortava i fedeli a fare in modo che il loro voto fosse democratico e cristiano.

RILANCIO. La svolta non fa una grinza. Con l’approvazione della riforma sanitaria, il presidente americano riafferma la centralità del governo a tutela delle fasce piu’ deboli, spesso tartassate dai soprusi burocratici. Dopo la traumatica sconfitta in Massachusetts, l’inquilino della Casa Bianca ha raddrizzato la barra ed ha trovato la maggioranza per mandare in soffitta la medicina a due velocità. Un progetto che nessuno prima di lui era mai riuscito a portare in porto. Chi ne parlava veniva subito etichettato come comunista. Grazie a questo successo, senz’altro il piu’ prestigioso del suo ancor breve mandato, Obama sfida a viso aperto il populismo repubblicano che si radicalizza sempre piu’, fa leva sugli istinti piu’ riposti e sa dire soltanto no. Ora lo aspettano occupazione, finanze, nonché la crisi grave e profonda con Israele. Tutti temi caldi per rilanciare la presidenza e fugare lo spettro di una sconfitta annunciata a novembre.

AMBIZIONI. Alle illusioni ci crede solo chi vuol crederci e Sarkozy l'ha imparato a sue spese. Monsieur le Président è stato messo sotto scacco dal ritrovato orgoglio della gauche, ma anche dal naufragio del suo programma neoliberale, infarcito di slogan e inadempienze. I francesi stufi di tante promesse e di pochi fatti hanno bocciato la politica di “rottura” sarkozysta che ha perso per strada i pezzi di un ambizioso progetto di riforme. Nel mezzo del cammin della presidenza, l’inquilino dell’Eliseo si trova dunque a ricominciare da capo, dopo avere dilapidato il grande consenso popolare che lo aveva portato al trionfo. Gli elettori hanno fatto una scelta a favore della sinistra per una politica che li protegga, li difenda nella vita quotidiana. Una scelta ragionata, tanto piu’ che nell’ombra è in agguato l’estrema destra di Le Pen, sempre pronta a rimestare nel calderone del malcontento per guadagnare consensi alle sua bacata ideologia.

DIMENTICATO. Mentre a Roma la destra inscenava la sua“oceanica adunata”, poco distante si celebrava la Giornata mondiale dell’acqua nel silenzio piu’ assoluto. E’ sconcertante l’indifferenza nei confronti di un problema che ha conseguenze letali per milioni di persone sulla terra. Nemmeno le guerre e le violenze che tormentano ogni angolo del pianeta, messe tutte insieme, sono tanto funeste quanto la scarsità di un bene primario che dovrebbe essere di tutti, senza vincoli e balzelli. Per il flagello della sete ogni giorno muoiono 5.000 bambini. Otto milioni di morti all’anno. Il dramma si consuma lontano da telecamere e notiziari, ma uccide quanto il più spietato dei virus. In questi giorni sul tema dell'acqua si parla dello Yemen, un luogo di rara belllezza cantato da Moravia e Pasolini, ma dimenticato dall’Occidente . Nel paese noto agli antichi romani come Arabia Felix la penuria idrica minaccia di portare al collasso definitivo una civiltà millenaria senza la quale il mondo sarebbe immensamente piu’ povero. La scarsità di aiuti per lo Yemen contrasta dolorosamente con le decine di miliardi spesi per rifare il trucco a un parco giochi per adulti e finanzieri d'assalto che è Dubai.     

lunedì 15 marzo 2010

NODI AL PETTINE

Periscopio socialista 

di Felice Besostri 

I bilanci truccati della Grecia sono stati fatti dai conservatori al governo fino a qualche mese fa, ma ora il governo socialista è chiamato a risponderne.

    Possibile che non si parli delle responsabilità passate e si rimproveri Papandreu di non fare abbastanza?! Sì è possibile perché cosi va il mondo.

    Papandreu ora dovrebbe chiamare a rispondere il governo precedente nonché Goldman & Sachs, e non solo i lavoratori greci.

    Sono momenti come questi in cui si vede se esiste una solidarietà internazionale.
    Per adesso l'Italia appare fuori dai turbini, ma il differenziale rispetto ai bond tedeschi indica come il nostro debito pubblico sia a rischio.

    Senza una riforma dei mercati finanziari la speculazione è pronta a sferrare i suoi attacchi e ci vuol poco ad aggiungere una I ai paesi PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna).

    Se non si mette mano all'economia... Ma le speranze sono poche con un Parlamento che di fatto salva Di Girolamo, distrugge i fondamenti del diritto del lavoro, avalla l'(il)legittimo impedimento e (vedrete) ratificherà il de-cretino interpretativo.

    A proposito: l'attenzione s'è per un bel po' di tempo concentrata sulla presentazione delle liste, con timbri e firme. Alla fine appunto il de-cretino interpretativo che con icastica espressione veneta si può definire un tacon peor del buso. La regolarità di un processo elettorale sarà, d'ora in poi, affidata agli umori della piazza o alla protervia di una maggioranza parlamentare.

    In realtà, guardando oltre il dito, noi scontiamo i problemi derivanti dalla mancata attuazione dell'art. 9 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente  in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. L'Italia è l'unico grande paese democratico che non ha una legge sui partiti politici, pur essendo uno dei paesi più generosi nel dare  contributi ai partiti senza rendiconti delle spese elettorali, per non parlare dei vantaggi indiretti con il finanziamento di testate senza lettori. I membri dei partiti, anche per questo in costante diminuzione, non hanno alcuna tutela giurisdizionale contro le violazioni dell o statuto del proprio partito. La magistratura ha dato una buona mano alle oligarchie di partito interpretando l'espressione “con metodo democratico” nel senso che fosse garantito da una pluralità di partiti concorrenti alle elezioni e non che gli stessi avessero “un ordinamento interno a base democratica”, come espressamente richiesto dall'art. 39 per i sindacati.

    Non solo, gli organi statutari di un partito, ad eccezione del Segretario o Presidente come padroni/padrini del nome e del simbolo, sono totalmente esclusi dal procedimento elettorale, poiché gli unici, che possono presentare liste di candidati, sono i delegati del Segretario o presidente nazionale. Tali delegati possono legalmente, e qualche volta l'hanno fatto, disattendere le decisioni degli organi di partito sulle candidature. La mancanza di una legge sui partiti costringe a tenere in piedi la raccolta delle firma, quando non si esentano i partiti già presenti nelle istituzioni rappresentative, in violazione degli articoli 3, 49 e 51 della Costituzione, che non ammettono una disparità di trattamento tra chi c'è e nuovi soggetti politici, che vorrebbero competere.

    Questa complicità degli insider ha coinvolto tutti dalla destra all'estrema sinistra, passando per i radicali. In vista di un vantaggio contingente i tapini non avevano pensato a quando sarebbero stati buttati fuori da una clausola di sbarramento. Dove le sottoscrizioni di elettori sono sopravvissute, guarda caso Lazio e Lombardia, sono scoppiati i casini, perché si è estesa la platea degli autenticatori senza professionalità e disposti in nome del partito a commettere falsi in atto pubblico. In ogni caso, come dimostra la vicenda della lista della Mussolini, scientemente invalidata da Storace, non è impedita la presentazione di una lista anche con firme false, perché fino alla condanna definitiva le firme sono valide. La scarsa garanzia di rimedi giurisdizionali dipende anche dal fatto del termine ristretto tra la data del deposito delle candidature e la data delle votazioni. 

    Quasi sempre le sentenze definitive arrivano a babbo morto, cioè dopo la data delle votazioni. Questo non avviene per caso, perché risponde agli interessi del padrone o dei padroni di partito: hanno le mani libere di fare e disfare le liste e soprattutto di non dover temere le reazioni degli esclusi o sentenze sfavorevoli.

     Nel caso di elezioni politiche la blindatura è assoluta, grazie ad un'omertosa interpretazione dell'art. 66 Cost., per la quale ogni questione che possa influire sulla composizione del Parlamento è di competenza dell Camere, cioè delle loro maggioranze. Se una legge elettorale fosse incostituzionale- e il porcellum lo è per il premio di maggioranza e le liste bloccate - l'incostituzionalità è di competenza delle Camere elette con la legge... incostituzionale!!!

     Ai cittadini preoccupati per la salute della repubblica non resta, a questo punto, che impugnare la convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo dei consigli regionali, con la speranza che si ponga rimedio ai problemi strutturali del sistema politico, con una legge sui partiti, con la tutela giurisdizionale degli iscritti e con la presentazione delle liste di candidati agli organi competenti secondo i rispettivi statuti e con l'abolizione di firme per i partiti politici regolarmente costituiti, che siano o no rappresentati nelle istituzioni.

    Infine è necessario che si ristabilisca il voto personale e diretto dei cittadini ai candidati di loro predilezione, come richiesto  dall'art. 48 Cost.: questo Parlamento di nominati si è coperto di vergogna con il caso Di Girolamo e con la conversione in legge del decreto tappabuchi.      

venerdì 5 marzo 2010

UNA LEGGE ELETTORALE SENZA TRUFFE

Periscopio socialista
Seconda parte della relazione tenuta al 5° seminario del "Gruppo di Volpedo" organizzato a Mantova il 27 febbraio scorso dal Club socialista e riformista di Milano "Porto Franco" e dal Circolo "La Riforma".

di Felice Besostri
La scelta di fondo dovrebbe essere a favore di un’autonomia statutaria anche per comuni, almeno quelli di grandi dimensioni, e province e non solo delle regioni, interventi minori possono consistere in:

1) eliminare ogni premio di maggioranza legato al risultato del candidato al vertice dell’esecutivo. Al più in un voto di ballottaggio si possono riservare un 11% per cento dei seggi, da attribuire con un ballottaggio tra le liste che al primo turno abbiano raggiunto o superato il 40% dei voti al primo turno. Nel caso di una sola lista il premio è attribuito solo con la maggioranza assoluta degli elettori con partecipazione pari alla maggioranza assoluta degli aventi diritto.

2) il capo dell’esecutivo, se eletto direttamente dai cittadini, deve essere individuato attraverso primarie obbligatorie. In alternativa il candidato deve essere designato da un congresso di Partito retto da uno statuto a base democratica, che preveda il ricorso giurisdizionale degli associati.

3) se il capo dell’esecutivo vuole formare una giunta, di sua esclusiva fiducia, deve presentare i membri prima dell’elezione. In tal caso li può sostituire in corso di mandato. In alternativa la proposta di giunta deve essere assentita dalla maggioranza assoluta del Consiglio. In ogni caso il Consiglio può con mozione di sfiducia motivata, votata dalla maggioranza assoluta dei suoi componenti, chiedere la rimozione di un membro dell’esecutivo. Il capo dell’esecutivo ha la scelta tra sostituire il membro sfiduciato ovvero sciogliere il Consiglio.

4) la morte, la malattia inabilitante o l’interdizione dai pubblici uffici o le dimissioni del Capo dell’esecutivo non comportano lo scioglimento automatico del Consiglio se non nel caso che nel termine previsto non sia eletto un sostituto tra i membri del Consiglio o dell’Esecutivo Collegiale a maggioranza assoluta.

5) introduzione della sfiducia costruttiva: ogni capo di esecutivo può essere sostituito in seguito all’approvazione a maggioranza assoluta di mozione, che contenga il nome del sostituto. Lo Statuto dell’ente può prevedere un quorum più elevato, nel caso che il sostituto non facesse parte del precedente organo esecutivo.

6) reintroduzione di un organo di controllo esterno sugli atti deliberativi fondamentali e di efficacia ed efficienza della gestione amministrativa, esempi francesi, spagnoli, britannici. Abolizione dei revisori interni, che dipendono dalla maggioranza.

7) Statuto speciale delle società a partecipazione pubblica per evitare che ondeggino tra regolamentazione pubblicistica e privatistica secondo le singole convenienze. Introdurre la responsabilità solidale degli enti pubblici, che controllino società di capitali, con la società controllata. Consorzio obbligatorio, o patto di sindacato, degli enti pubblici dello stesso tipo, che partecipino a società di capitali. Nelle società che gestiscono servizi pubblici istituzione obbligatoria di un organo di vigilanza, in cui siano rappresentati gli utenti e loro associazioni e rappresentanti degli organi elettivi.

8) Regolamentazione per legge dei partiti politici. I partiti politici riconosciuti e registrati possono presentare loro candidati a ogni livello con esenzione dalla raccolta delle firme. Porre fine alla distinzione tra partiti rappresentati e non rappresentati nelle istituzioni: divieto di concedere facilitazioni soltanto a quelli rappresentati. Obbligo di conferire la delega per la presentazione di simbolo e liste di candidati alla struttura competente/responsabile per l’ambito elettorale, secondo i rispettivi statuti. I delegati alla presentazione delle liste sono vincolati dalle decisioni dei livelli competenti per la specifica elezione, secondo i rispettivi statuti.

9) Clausole di accesso o sbarramento, se introdotte, devono essere riferite soltanto al livello di presentazione della lista. E’ il sistema tedesco per cui se un movimento politico si presenta soltanto in una porzione del territorio la Sperrklausel del 5% va verificata soltanto nella circoscrizione di presentazione. Con questa regola un partito è libero di decidere se presentarsi in tutto il territorio nazionale o soltanto in alcune regioni. Si può anche prevedere che la clausola di accesso sia verificata nelle singole circoscrizioni, anche nel caso di presentazione in una pluralità di circoscrizioni.

10) Separazione netta tra clausola di accesso e percentuale minima per avere diritto ai rimborsi elettorali. In Germania la clausola di accesso è al 5%, mentre la percentuale per avere diritto al rimborso elettorale è lo 0,5%. Esclusione di ogni rimborso forfetizzato, bensì rimborso delle sole spese documentate entro un tetto prefissato di spesa.

11) in caso di collegi plurinominali reintroduzione del voto di preferenza plurimo, altrimenti si adotti un sistema maggioritario, preferibilmente a due turni con ballottaggio eventuale.

12) Numero dei membri delle assemblee elettive definito per legge in base alla popolazione residente. Il numero deve consentire un’effettiva capacità di lavoro e influenza dell’organo assembleare.

13) Affidare il voto di fiducia alla sola Camera dei Deputati, intervento obbligatorio del Senato soltanto per le leggi costituzionali, di bilancio, di approvazione degli statuti regionali e nelle materie di legislazione concorrente.

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Dalla Costituzione spagnola del 1978

Articolo 6 - I partiti politici esprimono il pluralismo politico, concorrono alla formazione e manifestazione della volontà popolare e sono strumento fondamentale per la partecipazione politica.

La loro creazione e l’esercizio della loro attività sono libere nel rispetto della Costituzione e della legge.
La loro struttura interna e il loro operare dovranno essere democratici.

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Dalla Legge Fondamentale della Repubblica Federale Tedesca del 1949
Art. 21. - i) I partiti collaborano alla formazione della volontà politica del popolo. La loro fondazione è libera. Il loro ordinamento interno deve corrispondere ai principi democratici. Essi debbono rendere conto pubblicamente dell'origine dei loro mezzi finanziari, del loro uso e dei loro patrimoni.

ii) I partiti, che per le loro finalità o per il comportamento dei loro aderenti si volgano a danneggiare o sopprimere l'ordine fondamentale, democratico e di libertà, ovvero a minacciare l'esistenza della Repubblica Federale Tedesca, sono incostituzionali. Sulla questione d'incostituzionalità decide il Tribunale Costituzionale Federale.

iii) Gli aspetti specifici sono regolati da leggi federali.

2/2 - Fine

La prima parte della relazione di Felice Besostri è apparsa sull'ADL della scorsa settimana - L'intervento integrale è disponibile in audio su RadioRadicale. Vai all'audio su RadioRadicale: http://www.radioradicale.it/scheda/298393/verso-la-terza-repubblica-ipotesi-di-sinistra