Note laiche a margine di un baciamano.
di Andrea Ermano
Nei giorni scorsi un vecchio amico mi ha fatto pervenire il testo di un sacerdote di base, esponente della sinistra cattolica, il quale stigmatizzava il recente incontro del Cavaliere con il papa e soprattutto "l'immagine di Silvio Berlusconi che prende tra le sue mani la destra anulata del papa e, inclinato capite, compunto, ne bacia l'anello, consapevole della dissacrazione che compie".
O bella, mi son detto, la destra italiana e le gerarchie vaticane stringono platealmente un patto di ferro, preparato di lunga lena, ma la sinistra cattolica dipinge l'evento come se il povero Ratzinger fosse stato turlupinato dall'astutissimo Cavaliere, il quale se ne prenderebbe diabolicamente gioco dinanzi al mondo intero: "consapevole della dissacrazione". Dissacrazione?! Andiamo. Per la teologia cristiana gli anelli d'oro sono come i vitelli d'oro. Da quando in qua ci sono anelli/vitelli sacri e anelli/vitelli profani?
La faccio breve. La mia posizione è questa: l'Italia delle repubbliche ordinali ("seconda", "terza", ecc.) esemplificata dalla piaggeria politica nei riguardi del potere papale mostra, di fronte al mondo intero, che cos'è il cattolicesimo reale, al di là di dottrine e catechismi, al di là dei Vangeli e delle belle prediche, che restano, in linea generale, lettera morta.
Il problema della dissacrazione attribuita a Berlusconi è dunque fuorviante perché tende a ribadire una sacralità pontificia il cui risvolto sarebbe la legittimità inattaccabile del patto di ferro tra la destra e il clero. Dopodiché non ci aiuta più molto dire che il Cavaliere, nella sua condizione impura di monopolista televisivo, ha dissacrato l'anello pontificale, d'oro puro e zecchino.
Che cosa diremo domani, quando al posto di Berlusconi la guida della destra italiana fosse assunta dal "gentiluomo di Sua Santità" Gianni Letta, le politiche xenofobe e antisociali immutate, che Letta già per altro condivide in qualità di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio?
Insomma, quell'anello viene baciato perché benedice la destra italiana e lo fa perché così hanno deciso le gerarchie, in base a calcoli di potere, non certo perché ne siano state costrette da qualcuno.
Dobbiamo perciò guardarci dal siparietto secondo cui Papa Ratzinger incarnerebbe una sorta di bene ingenuo soggiogato dal male radicale. Capisco che ciò corrisponda al sincero desiderio di molti cattolici di sinistra, sinceramente anti-berlusconiani, ma nulla di quanto sappiamo avvalora questa rappresentazione (di comodo). Papa Ratzinger e il cav. Berlusconi hanno semplicemente proclamato di fronte a tutti la loro grande amicizia politica, fondata su solidi interessi.
Feltrinelli ha recentemente pubblicato un libro di Curzio Maltese che s'intitola "La questua" nel quale l'autore riassume il seguente stato dell'arte: un miliardo di euro dai versamenti dell'otto per mille, 650 milioni di euro agli insegnanti di religione (assunti dal vescovo, mantenuti da tutti), 700 milioni per convenzioni su scuola e sanità, 250 milioni per "grandi eventi". Lo Stato italiano dà alla Chiesa cattolica una montagna di denari oltre che innumerevoli vantaggi e privilegi. Al centro di un'inchiesta dell'Unione europea: le esenzioni Ici, Irap, Ires e l'elusione fiscale per attività turistiche e commerciali collegate alla religione cattolica. Fanno circa quattro miliardi di euro. Ogni anno. Mezza finanziaria.
E' chiaro che in questi termini anche il confronto delle idee, delle posizioni culturali e delle opzioni valoriali risulta molto, molto squilibrato. Esempio. Trent'anni fa il popolo sovrano bocciò a stragrande maggioranza il referendum abrogativo voluto dalle gerarchie contro la legge 194 sull'interruzione di gravidanza. Invece di accettare quel pronunciamento democratico, la Chiesa cattolica ha condotto una lunghissima campagna contro quella legge. Indifferente al fatto che con la 194 si sia drasticamente ridotta nel nostro Paese la piaga degli aborti clandestini, oggi l'indicazione del Papa al Parlamento italiano è chiara e una sola: la si modifichi!
Domanda. Quali conseguenze ha già avuto, ha ed avrà tutta questa vicenda sul Paese? Quali conseguenze, ad esempio, sul sentimento civile, morale e personale delle donne italiane? Quali conseguenze sul loro ruolo nella società, nell'economia, nella politica e nella cultura? E quali conseguenze sul bene pubblico? Alle gerarchie non interessa. E sufficiente stabilire con giudizio "infallibile" che sono "gran peccato" sia l'interruzione di gravidanza, sia la pillola del giorno dopo, ma anche quella del giorno prima e persino l'uso del profilattico... In quale altro paese europeo si assiste a interferenze del genere, fatta ovviamente eccezione per i movimenti clerico-fascisti in Polonia?
E allora, cari vescovi e cardinali, è chiaro che voi farete quel che vi pare. E non ci sogniamo neppure di dirvi di mantenere un profilo più consono. Parlate pure. Gridate allo scandalo, come avete sempre fatto. Ma non potete far finta di atterrare da Marte ogni mattina per la prima volta, denunciando il grave disordine morale e civile in cui versa il Paese! Evvia, questo siete voi stessi. Questo è il frutto reale del vostro magistero. Questo è per l'appunto il cattolicesimo reale.
In conclusione, anche tanti altri bravi preti che si distinguono per le esternazioni più incandescenti contro l'ingiustizia sociale non possono dirsi estranei alle strategie di legittimazione e delegittimazione insite nel sistema di consenso e di potere su cui questo cattolicesimo reale si fonda ed è in vigore nelle "nostre" (si fa per dire) repubbliche ordinali.
Il Vaticano senz'ombra di dubbio è uno tra i poteri forti nell'Italia di oggi. Considerata la sua presenza ormai pervasiva nelle istituzioni politiche, economiche e culturali, sarebbe decente per la gerarchia assumere almeno una qualche responsabilità storica rispetto a ciò che è accaduto e accade nel Belpaese.
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